Lingua e stile
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La lingua di Goldoni è ispirata, oltre che al fiorentino parlato, soprattutto all’uso delle persone colte delle regioni settentrionali, cui spesso si aggiunge qualche sfumatura francesizzante.
Nel trasferire dal copione al volume le proprie commedie, Goldoni opta per unja progressiva riduzione delle forme più marcatamente dialettali e popolari. La parte di Fabrizio nella Locandiera, dal veneziano della prima rappresentazione, passa all’italiano dell’edizione fiorentina del 1753.
Il nucleo più vivo del linguaggio di Goldoni è infatti intimamente legato a una dimensione orale e dialettale che, nel Settecento, non possedeva ancora quei connotati di marginalità sociolinguistica che verrà ad assumere sempre più dall’Ottocento in poi.
Lo stile della Locandiera rispetta nelle sue linee essenziali il canone settecentesco. A un’ideale di aderenza dello stile alla realtà fanno riscontro l’attenuazione delle figure di parola ( metafora ) e, per contro, l’insistenza sulle figure di pensiero ( reticenza, antitesi, iperbole e allusione ).
Il ritmo sintattico è sempre breve è rapido.
L’intera parte di Mirandolina, infine, ruota intorno alla categoria logica della simulazione, assimilabile alle figure di pensiero già esaminate. Per ben due volte, in passi decisivi della commedia, la locandiera fa uso del topos retorico della simulazione di modestia.
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