La locandiera nel suo contesto storico

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Enrico Magnago

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Si tratta di un'opera accessibile a tutti, ha lo scopo di divertire il pubblico proveniente da qualsiasi ceto sociale. In questo senso non si può certo dire che sia un testo particolarmente rappresentativo dell'Illuminismo. Malgrado ciò, l'opera rispecchia il dibattito sulle classi sociali così vivo nel Settecento e può benissimo essere considerata proprio in questo contesto storico. Notiamo infatti come Mirandolina si preoccupi dei suoi interessi incarnando in un certo senso i nuovi ideali della borghesia emergente in questo secolo. I nobili, poi, sono rappresentati nella varia articolazione che caratterizzava l'aristocrazia del XVIII secolo: nobili di antica stirpe (nobiltà di spada) ma decaduti e privi di mezzi, nobili ricchi di appoggi e relazioni ma non di denari, borghesi da poco nobilitati (nobiltà di toga) e guardati con disprezzo malcelato dagli altri ceti elevati. Nell'insieme, gli aristocratici rappresentano i parassiti della società che non contribuiscono minimamente al suo sviluppo pretendendo privilegi e servigi, rendendosi ridicoli agli occhi degli spettatori (a differenza di Mirandolina, il Conte ed il Marchese non lavorano). Se dal punto di vista sociale, la visione di Goldoni fu profondamente critica, lo stesso vale per l'atteggiamento negativo dei nobili nei confronti del drammaturgo. È questa una delle ragioni per cui più tardi Goldoni avrebbe abbandonato Venezia alla volta di Parigi, anche se questa esperienza non avrà gli effetti sperati. Emerge inoltre nella pièce il concetto illuminista di autodeterminazione dell'individuo, particolarmente significativo perché portato avanti da un personaggio femminile.

Immagine

William Hogarth, 1760 - Classi sociali

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