Atto I · Scena V

Il conte dona degli orecchini con diamanti a Mirandolina e il Marchese le chiede di vedersi in camera sua.

MIRANDOLINA: M'inchino a questi cavalieri. Chi mi domanda di lor signori?  
MARCHESE: Io vi domando, ma non qui.  
MIRANDOLINA: Dove mi vuole, Eccellenza?  
MARCHESE: Nella mia camera.  
MIRANDOLINA: Nella sua camera? Se ha bisogno di qualche cosa verra il cameriere a servirla.  
MARCHESE: (Che dite di quel contegno?). (Al Cavaliere.)  
CAVALIERE: (Quello che voi chiamate contegno, io lo chiamerei temerità, impertinenza). (Al Marchese.)  
CONTE: Cara Mirandolina, io vi parlerò in pubblico, non vi darò l'incomodo di venire nella mia camera. Osservate questi orecchini. Vi piacciono?  
MIRANDOLINA: Belli.  
CONTE: Sono diamanti, sapete?  
MIRANDOLINA: Oh, li Conosco. Me ne intendo anch'io dei diamanti.  
CONTE: E sono al vostro comando.  
CAVALIERE: (Caro amico, voi li buttate via). (Piano al Conte.)  
MIRANDOLINA: Perché mi vuol ella donare quegli orecchini?  
MARCHESE: Veramente sarebbe un gran regalo! Ella ne ha de' più belli al doppio.  
CONTE: Questi sono legati alla moda. Vi prego riceverli per amor mio.  
CAVALIERE: (Oh che pazzo!). (Da sé.)  
MIRANDOLINA: No, davvero, signore...  
CONTE: Se non li prendete, mi disgustate.  
MIRANDOLINA: Non so che dire... mi preme tenermi amici gli avventori della mia locanda. Per non disgustare il signor Conte, li prenderò.  
CAVALIERE: (Oh che forca!). (Da sé.)  
CONTE: (Che dite di quella prontezza di spirito?). (Al Cavaliere.)  
CAVALIERE: (Bella prontezza! Ve li mangia, e non vi ringrazia nemmeno). (Al Conte.)  
MARCHESE: Veramente, signor Conte, vi siete acquistato gran merito. Regalare una donna in pubblico, per vanità! Mirandolina, vi ho da parlare a quattr'occhi, fra voi e me: son Cavaliere.  
MIRANDOLINA: (Che arsura! Non gliene cascano). (Da sé.) Se altro non mi comandano, io me n'anderò.  
CAVALIERE: Ehi! padrona. La biancheria che mi avete dato, non mi gusta. Se non ne avete di meglio, mi provvederò.(Con disprezzo.)  
MIRANDOLINA: Signore, ve ne sarà di meglio. Sarà servita, ma mi pare che la potrebbe chiedere con un poco di gentilezza.  
CAVALIERE: Dove spendo il mio denaro, non ho bisogno di far complimenti.  
CONTE: Compatitelo. Egli è nemico capitale delle donne. (A Mirandolina.)  
CAVALIERE: Eh, che non ho bisogno d'essere da lei compatito.  
MIRANDOLINA: Povere donne! che cosa le hanno fatto? Perché così crudele con noi, signor Cavaliere?  
CAVALIERE: Basta così. Con me non vi prendete maggior confidenza. Cambiatemi la biancheria. La manderò a prender pel servitore. Amici, vi sono schiavo. (Parte.)  

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